Psicoeducazione e Natura
Evento per la Regione Lazio
Siamo consapevoli che le piante sono degli organismi viventi? Teoricamente si, ma forse non abbiamo mai provato o cercato di stabilire un contatto con loro. Il progetto nasce dall’interpretazione in senso naturalistico del movimento del corpo. Partendo da una base posturale, la tecnica si orienta verso studio dei processi biomeccanici del corpo umano, al fine di sciogliere le tensioni fisiche ed emotive della persona. Si lavora in sinergia con la respirazione e le tecniche di percezione del corpo per la riattivazione dei gangli nervosi. La base teorica fa riferimento ai metodi di Interpretazione ambientale di Freeman Tilden (2008). Per Tilden l’interpretazione ambientale è: “un’attività educativa che ha lo scopo di rivelare i significati e le relazioni attraverso l’uso di argomenti originali, per mezzo di esperienze dirette, illustrazioni multimediali piuttosto che attraverso la semplice enunciazione di un fatto.”
Il Progetto "Parlare con gli alberi" insegna ai bambini a stabilire un contatto psico-emozionale con gli elementi della natura, al fine di renderli consapevoli dell’importanza della stessa nei cicli vitali degli esseri viventi e sviluppare in loro una sensibilità più profonda verso la difesa dell’ambiente.
Il percorso di questo progetto mira a stabilire un rapporto affettivo con l’ambiente e i posti in cui si svolge, sviluppando il senso di appartenenza ai luoghi e dunque un successivo stimolo alla protezione degli stessi.
Il processo di apprendimento avviene tramite l’imitazione (sotto forma di gioco e di danza) degli animali e degli elementi della natura prendendo ispirazione dalle tecniche adoperate nell’insegnamento del tai chi chuan.
Gli aspetti psicologici:
Il contatto diretto con la natura presiede due funzioni fondamentali nell’evoluzione psichica dell’individuo: lo sviluppo dell’intelligenza e l’acquisizione del “Sé corporeo”.
Lo sviluppo dell’intelligenza è indissolubilmente legato ad un ambito biologico, e ad una serie di fattori ambientali.
Il controllo che un bambino è in grado di acquisire sul proprio corpo dipende dal livello di sviluppo anatomo-fisiologico e dalla maturazione delle strutture encefaliche. La conquista delle principali abilità motorie si verifica durante il primo anno e mezzo di vita. Malgrado vi siano ampie differenze significative nello sviluppo sia posturale, locomotorio e nella manipolazione, ciò dipende da diversi fattori sia propri del bambino, come il temperamento, sia ambientali. Più un bambino è sottoposto a stimoli e sollecitazioni verso l’esplorazione esterna più tenderà ad aprirsi al mondo e affrontarlo con fiducia.
Il passaggio dallo sviluppo dell’organismo biologico alle capacità logico-deduttive proprie dell’età adulta passa attraverso il “fare” come prima forma di conoscenza. Piaget (1998) ha messo in evidenza come l’intelligenza serva a strutturare l’universo, a dargli un senso. Il processo di assimilazione e accomodamento che permeano lo sviluppo permettono alla mente di acquisire nei propri schemi i dati dell’esperienza ma al tempo stesso di modificare tali schemi attraverso l’adattamento a quella che è la realtà che ci circonda. La nostra quotidianità e i ritmi serrati a cui ci siamo “accomodati” spesso non danno l’opportunità di fare esperienze di contatto diretto con la natura. Un bambino che viene portato al parco gli si fornisce l’opportunità di aprire la mente e accogliere tanti e diversi stimoli da elaborare, stimoli che accresceranno il bagaglio personale di esperienze.
Maggiori saranno le volte che i bambini potranno accedere all’opportunità di fare esperienza diretta con la natura e più tale contesto allargato favorirà lo sviluppo dei processi di assimilazione e accomodamento, favorendo lo sviluppo dell’intelligenza pratica.
Il sé corporeo è la consapevolezza emotiva del nostro corpo. La nostra matrice culturale va verso un lento declino degli aspetti più istintuali dell’uomo a favore degli aspetti più di superficie. Spesso i bambini di oggi non sono più liberi di fare esperienza del proprio corpo nei modi e nei contesti che gli sono più consoni. Vengono rinchiusi in strutture pensate per la loro tutela, come gabbie da cui non è possibile evadere. Non si possono sporcare, è meglio se non sudano per evitare raffreddori o che non tocchino niente di sconosciuto perché potrebbe fargli male. Spesso sono in casa a guardare la televisione o giocare alla playstation, icona della vita vissuta come finzione. Insomma i nostri figli sono prigionieri di un mondo molto virtuale e moto poco naturale. Spesso viene tagliato fuori tutto ciò che fa parte della loro esperienza diretta con la natura per evitare inutili complicazioni alla vita dei genitori, precludendogli la possibilità di conoscere direttamente e non solo attraverso internet, ciò che significa terra, vento alberi o animali. Correre, cadere, sporcarsi di terra, sudare, pungersi con una pianta e sentire il dolore, questa è l’essenza del sé corporeo. Possiamo ascoltare il nostro corpo solo se ne siamo entrati in contatto e lo abbiamo messo alla prova e questo ci permette inoltre di esperire i nostri limiti, preservandoci dal travalicarli. Quindi gli stimoli offerti dai contesti naturali sono un tesoro inestimabile a cui attingere per poter accrescere la consapevolezza di sé.