Working Mindfulness

Evento per i Dirigenti dell'ENPAM

La vastissima letteratura sullo stress viene rivista e inquadrata in tre filoni per individuarne l’utilità nella valutazione del rischio stress.

COS’È LO STRESS?: una reazione di adattamento dell’organismo a una sollecitazione, pertanto rappresenta una risposta fisiologica normale per una migliore performance.

EFFETTI. La reazione dell’organismo consiste in una attivazione del SNC, del SNA e neuroendocrino e del sistema immunitario, con modificazioni funzionali transitorie, a catena, su tutti gli organi. Questa reazione di adattamento è utile (“eustress”), ma costosa perché riduce le riserve funzionali, e può risultare dannosa (“distress”) se è molto intensa, frequente e/o prolungata, con effetti negativi duraturi o permanenti (malattie da adattamento).

CAUSE. Lo stress è un processo caratterizzato da 3 momenti: 1. lo stimolo, 2. il processo di rilevazione/trasduzione dello stimolo, e 3. la reazione interna dell’organismo. Si sono pertanto sviluppati tre approcci di studio diversi: l’approccio tecnico si sofferma sullo studio delle caratteristiche degli stimoli; l’approccio psicologico analizza il processo di percezione che permette di tradurre lo stimolo in una reazione, mentre il filone fisiologico focalizza l’attenzione su tutto quello che accade nell’organismo a valle del processo di percezione.

In questo progetto saranno indagate le cause psicologiche dello stress e si lavorerà con metodiche corporee e psicologiche per ridurre i fattori di rischio.

E’ importante fare un parallelismo tra le tecniche utilizzate in psicologia e il punto di vista delle discipline orientali nel processo di educazione e di formazione dell’individuo. Premesso che molte delle tecniche utilizzate in psicologia sono anche abilità corporee, respiratorie o immaginative, queste competenze corredano il lavoro che si svolge nell’insegnamento delle discipline orientali. La psicologia oggi si avvale, nella pratica clinica, di alcune di queste tecniche a supporto della terapia al fine di rendere più efficace il processo di stabilizzazione del benessere generale della persona. Oggi la tendenza della maggior parte degli psicologi, ed in generale dei professionisti nell’ambito della salute, è quella di procedere verso un’integrazione dei vari livelli (fisico, mentale, neurobiologico, comunicativo) e di sperimentare sempre nuove strategie al fine di essere più efficaci ed incisivi nel processo di consapevolezza e di cambiamento. Per questo motivo, il presente lavoro ha come obiettivo quello di far incontrare due mondi apparentemente distanti e sconnessi, ma che invece si integrano e si alimentano vicendevolmente. Lo sviluppo che sta conoscendo la psicoterapia, come evoluzione naturale della psicanalisi Freudiana e Junghiana ci pone davanti ad una enorme varietà di scelte per quanto concerne i sistemi terapeutici verso cui orientarsi nella predisposizione di cure adeguate ai pazienti. Gli stati nevrotici patologici sono in considerevole aumento a causa delle maggiori pressioni psicologiche che in questi anni sono scaturite dalle varie crisi che hanno travolto la società occidentale. L’isolamento che l’uomo è costretto a subire e la sua faticosa integrazione in una società sempre più “liquida”, per usare le parole del sociologo Zygmunt Bauman, rivelano un disagio e una solitudine sempre crescente, nonostante la comunicazione sia più veloce ed efficiente.  Il compito dello psicologo, oltre a diagnosticare la presenza del disagio, deve orientarsi verso la prevenzione delle forme patologiche che sono in crescente aumento. Per fare questo egli può avvalersi di tecniche, mutuate dalle discipline orientali che possono prevenire e supportare il decorso della malattia, ristabilendo, insieme ad una buona psicoterapia, l’equilibrio omeostatico della persona.  In conclusione credo sia necessario in futuro integrare i diversi approcci terapeutici al fine di migliorare l’efficacia del trattamento, sia nei riguardi del processo che dell’esito della cura.


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Gianpiero Strangio Psicologo Roma CF: STRGPR73H01H501S